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L’ITINERARIO PROPOSTO RAPPRESENTA SOLO UNA DELLE MOLTE COSTRUZIONI POSSIBILI. POSSIAMO SOSTITUIRE TAPPE OD ARRICCHIRE IL VIAGGIO A PIACIMENTO. TUTTE LE NOSTRE PROPOSTE SONO SU MISURA,
QUELLO CHE SEGUE E’ UN ESEMPIO TRA MILLE VIAGGI POSSIBILI.
Ladakh è Terra degli elevati passi Himalayani attraversata dall’Alta Valle dell’Indo è una delle terre più affascinanti dell’India, fino ad essere considerata l’ultimo Shangri-la, il mitico Paradiso della Pace. Soprannominato il “Piccolo Tibet” a causa dei suoi monasteri e per lo storico legame col Tibet fin dal VII Sec. d.c. era al centro della via che portava i pellegrini alla sacra montagna di Kailash in Tibet: di fatto il Ladakh confina con il Tibet: il Lago Pangong è metà in territorio Indiano e metà in Tibet (territorio Cinese dopo l’invasione del 1950). A partire dal VII Secolo si diffuse la religione Buddhista, soprattutto la dottrina Vajrayana (del Veicolo di Diamante) ed attorno all’anno 1.000 si diffusero gli insegnamenti della dottrina dei “berretti rossi” scalzata nel XIV dalla scuola Gelugpa dei “berretti gialli”. Il piccolo regno del Ladakh fu minacciato dalle truppe mongole e dal 1955 gode di uno statuto speciale all’interno dello Stato Jammu e Kashmir (a cui il Ladakh fu annesso nel 1846). Nel 1962 fu preso di mira dalla Cina ma le truppe Indiane contrastarono massicciamente il tentativo di invasione da parte dei cinesi. L’ultimo re della dinastia Namgyal, Kunsang, è morto nel 1974 e la regina Wangmo Namgyal vive con il figlio nel Palazzo Reale di Stok e gode di grande considerazione da parte del popolo Ladakho.
La selezione delle sistemazioni è funzione dell’ubicazione e costo contenuto (garantiti comfort e pulizia). La scelta è molto vasta, da 3 stelle al lusso, vi proporremo gli hotel e campi tendati che rispecchiano le vostre aspettative. I nostri viaggi sono tutti personalizzati e prevedono guida privata a seguito (parlante lingua Inglese), auto ed autista.
*Eventuali supplementi in base alla stagionalità e promozioni del momento saranno calcolati in fase di elaborazione del preventivo
Partenze su base privata – 2 partecipanti
Tutti i trasferimenti, sistemazione in hotel da specifica con trattamento di pernottamento e prima colazione a Leh (5 notti), mezza pensione altrove (6 notti), auto Toyota Innova (o analoga) con autista e guida a seguito parlante lingua inglese in Ladakh (auto non climatizzata in quanto non necessario), tasse locali e di servizio, Ladakh govt. environment fee of – inner line permit fee for Nubra.
i biglietti aerei internazionali italia/delhi a/r e domestici delhi/leh a/r (a partire da € 1.200,00 per persona, quote dipendenti dal periodo del viaggio e dall’anticipo con cui viene confermato il viaggio); gli ingressi in Ladakh (considerare circa € 30,00 per persona); i pasti non menzionati e comunque le bevande ai pasti; spese di natura personale; visti turistici (v.specifica); mance (se i servizi delle guide e l’autista sono di vostra soddisfazione si consiglia almeno una mancia di € 10,00/15,00 al giorno, sia per la guida che per l’autista); quanto non indicato alla voce “le quote comprendono”.
Si considera volo notturno con arrivo a Delhi di primo mattino del secondo giorno. Giunti a Delhi è necessario fare dogana e spostarsi al terminal dei voli domestici, seguirà volo di circa 1 ora e mezzo per Leh, capitale del Ladakh.
Il transito per Delhi offre l’occasione di estendere il viaggio all’India del Nord (Rajasthan, Uttar Pradesh con Varanasi e molto altro). Un viaggio più impegnativo, sicuramente per appassionati, consiste nel raggiungere il Ladakh via terra, toccando luogi mitici e mistici sulla strada per l’Himalaya: Rishikesh ed Haridwar, Amritsar, Daramsala, Mandi, Manali, su su fino al passo Rohtang a 4.000 metri di quota … un lungo percorso di scoperta e magia!
Disbrigo delle formalità doganali e ritiro bagagli. Arrivo all’aeroporto Kushok Bakula e trasferimento in hotel. E’ consigliato un po’ di riposo, perché possiate abituarvi all’altitudine della città (3.500 mt. slm). Pranzo in hotel. Nel pomeriggio La vostra guida parlante lingua Inglese vi incontra in hotel per l’inizio delle visite (auto ed autista a disposizione). Le tappe che indichiamo di seguito potranno essere suddivise tra la giornata odierna ed una delle prossime in cui è previsto rientro pomeridiano a Leh. La vostra guida pianificherà al meglio le tappe. Queste le principali attrazioni: l’imponente Shanti Stupa costruito da una comunità buddhista giapponese ed inaugurato nel 1985 dal Dalai Lama. Shankar Gompa, monastero costruito nel 1780 e residenza del Lama più importante del Ladakh: l’Abate di Spitok. Il monastero ospita la grande sala di preghiera dunkhang e vi troviamo alcune delle figure più importanti del buddhismo tibetano: la statua di Avalokiteshwara, il Buddha della compassione nella sua forma di mille braccia e mille occhi; Tzonkapa, il grande riformatore e fondatore della scuola Gelugpa dei “berretti gialli”; il Buddha Sakyamuni (Buddha del presente); Maitreja (Buddha del futuro); Manjushri, Buddha della conoscenza con la spada alzata sulla mano destra (simbolo della vittoria sull’ignoranza) ed il loto sulla mano sinistra (simbolo della conoscenza). Vi troviamo anche una biblioteca, una sala con notevoli affreschi rappresentativi delle regole di vita dei monaci ed una statua della divinità femminile Durgar che uccide il male e sconfigge la malattia (unica in tutto il Ladakh). Monastero Chowkang affacciato su un ampio cortile dietro il bazaar principale. La Moschea Jama Masjid, fatta erigere nel 1666 dall’Imperatore Moghul Aurangzeb; dall’alto del suo minareto si domina tutta la città. Bazaar: una piacevolissima strada pedonale ed i vicoli vicini rappresentano il centro della cittadina: è bello passeggiare tra le mille botteghe artigiane che vi si affacciano e potrete tornarci anche senza la guida quando rientrerete dalle visite “fuori porta”. La sistemazione che proponiamo a Leh è un hotel molto carino nella sua semplicità il cui vantaggio principale è di trovarsi in pieno centro, a 200 metri dal Bazaar. Vista la presenza di molti ristorantini a pochi minuti di distanza proponiamo il trattamento di pernottamento e colazione, lasciandovi la libertà di cenare nel ristorante dell’hotel piuttosto che fuori. Pernottamento.
Dopo la prima colazione partenza per Alchi (68 km), lungo la strada visita al Monastero Spituk (fondato nell’ XI Secolo da Od-De), alla confluenza (sangam) dei Fiumi Zanskar e Indus (i due principali del Ladakh); è questo il più importante Gompa del Ladakh, perché sede del potere amministrativo di tutti i monasteri della regione. Costruito nell’XI Secolo (poi ampliato nel XV Sec) è arroccato su una parete rocciosa dominante la Valle dell’Indo ed i suoi accessi da oriente e da occidente. Divenne importante centro di diffusione della dottrina dei “berretti gialli”. Nelle sale di preghiera antichissimi Thangka e maschere per le danze Chang, oltre alle statue del Buddha Sakyamuni (del presente), Avalokiteshwara (della compassione), Tzonkapa (fondatore della sera dei “berretti gialli” oltre ad una sala dedicata alla divinità femminuile Tara.
Segue visita al magnifico Palazzo Reale di Basgo edificato nel XVII Secolo ed ora semidistrutto, al suo interno trovate un piccolo tempio con una magnifica statua d’oro e rame di Buddha Maitreja ed interessanti affreschi. Nei pressi troviamo anche il Monastero Likir: l’antico nome Lukill significa “il luogo del serpente che dorme”, il monastero fu fondato nel XI Secolo anche se l’edificio attuale risale al 1605, quando il lama Drupwang ricevette dal re Lhachen Gyalpo un’area dove costruire un luogo di preghiera. Ricorda come struttura il Potala di Lhasa (Tibet), ospita circa 100 monaci e custodisce statue di Buddha Sakyamuni, Maitreja, del maestro tibetano Tzonkapa ed una collezione di thangka del XVI Secolo. Una grande statua di Yamintaka (il Protettore) rivestita di lamine d’oro, è vigilata da un monaco che canta mantra per scacciare le forze del male. Nel cortile svetta la statua di Buddha Maitreja (Buddha del Futuro) altra 14 metri.
Nel pomeriggio arrivo ad Alchi e visita delle fantastiche miniature pittoriche (le più importanti esistenti per la storia dell’arte buddhista in India) e sculture lignee risalenti ad oltre 1.000 anni fa del Monastero di Alchi, annoverato come uno dei 7 più bei monumenti (Patrimonio dell’Umanità Unesco) dell’intera India. Alchi significa letteralmente “bocca chiusa”: secondo la leggenda il messaggero del re vi si recò ad arruolare uomini per l’esercito ma tutti si nascosero nelle case ed il villaggio risultò vuoto e muto agli appelli del messaggero, da qui il suo nome. Il monastero differisce dagli altri della regione perché si estende in piano e non arroccato su un’altura: il fiume Indo da un lato e le alte mura fortificate dall’altro rappresentavano una protezione sufficiente. Il grande traduttore Rinchen Tzangpo Lotsawa (XI Sec) arruolò molti artisti per la costruzione del complesso al cui interno vi sono 5 templi, quello più interessante è il Sumtsek (“Sum” = 3 in Tibetano e “tsek” = piani) dove il numero tre, sacro nella simbologia buddhista, si ripropone in varie forme. E’ costruito in argilla cruda e legno, con fondamenta in pietra e riprende lo stile tibetano mentre le decorazioni in legno ed intagli della facciata sono in stile kashmiri. Nelle tre nicchie della sala principale grandi statue di stucco interamente dipinte rappresentano Buddha Avalokiteshwara (Buddha della Compassione), Maitreja (Buddha del Futuro), Manjushri (Buddha della Conoscenza). Le pareti interne sono ricoperte di mandala multicolori (come lo splendente universo interiore e dello spirito) mentre le pareti esterne sono bianche prive di decorazioni (rispecchiando l’involucro corporeo che deve essere semplice ed essenziale secondo la legge buddhista). Molto belli anche gli altri 4 templi: Vairocana (bellissimi mandala e la statua di Buddha Vairocana, divinità primordiale che sta alla base della meditazione e dei tantra) Lotsawa Lhaklhang (in onore del traduttore Rinchen Tzangpo), Manjushri (dedicato al Buddha della Conoscenza), Soma Lhakhang (tempio nuovo) e Kangyur Lhakhang. Tutto intorno campi di orzo ed il villaggio animato dai mercati creano un bellissimo insieme. Fine della giornata tra le bancarelle dell’ospitale Alchi, come un tuffo nel medioevo … cena e pernottamento in Hotel centrale (molto carino il suo bar/ristorante all’aperto dove rinfrescarsi con una birra o una bibita. L’hotel dispone anche di ristorante interno).
Proseguimento del viaggio verso il confine con il Kashmir. La strada per Lamayuru (circa 70 km) si snoda tra le montagne rocciose, torrenti impetuosi, profonde gole, oasi e villaggi, campi di colza. Giunti a Khalsi superate il check-point militare e lasciate la valle dell’Indo per salire lungo la strada panoramica tra le pareti di roccia a strapiombo verso il Fatu La (quota 4.147 mt.): la porta di ingresso del Kashmir. A pochi km dal passo trovate, arroccato su un picco color ocra (questa zona è detta “Moonland” per lo spettacolare paesaggio lunare delle montagne e delle sue gole), l’affascinante Monastero di Lamayuru, affacciato su sul bacino di un lago glaciale prosciugato. Lamayuru significa “la città dei lama”, è il più antico monastero del Ladakh e risale al X Secolo. Prima dell’anno 1.000 il grande maestro Naropa passò più di 1 anno di meditazione in eremitaggio: in questo luogo Rinchen Tzangpo edificò il monastero.
Qui centinaia di monaci si radunano a luglio e settembre per festival di preghiera e meditazione, in queste occasioni si eseguono le danze Cham nel cortile principale del Gompa. Nel tempio Sengesang, il più antico, troviamo una pregevole statua di Buddha Vairocana (Buddha della Meditazione); nel tempio principale si osserva, protetta da un vetro, la grotta Naropa con 3 importante statue: Naropa, Tilopa, Milarepa, i 3 guru fondatori della scuola dei “berretti rossi”. La “Città dei Lama” ospita circa 150 monaci (pellegrini a parte) appartenenti alla scuola Kargyupa-Digumpa. Chiedete alla vostra guida di assistere alle preghiere dei monaci, è un’esperienza molto bella. Cena e pernottamento in un semplice hotel da cui si gode una vista mozzafiato dul Monastero e su “Moonland”.
HOTEL MOONLAND
Lungo la via del ritorno sosta per un tè caldo a Khalsi e, riattraversando la valle dell’Indo, nei pressi di Ulay Tokpo, deviate su una strada asfaltata che si insinua per 6 chilometri in una stretta gola tra boschi di betulle, per raggiungere il Gompa di Rizong. Incantevole la sua posizione da cui si gode un meraviglioso panorama sulle montagne circostanti. Fondato nel 1829 appartiene alla setta Gelugpa, “berretti gialli”, è famoso per la rigidità con cui è seguita la vita monastica, nella sala comune ci sono statue di Buddha Sakyamuni, Maitreja, Avalokiteshwara, Tzonkapa e Amitayus (quest’ultimo è il Buddha della Lunga Vita).
Rientrati a Leh visitate il famoso Leh Palace o City Palace che domina la città dai suoi 9 piani di decadente imponenza. Costruito su uno sperone roccioso nel XVI Secolo dal re Singe Namgyal, fu l’antica residenza reale del Ladakh e ricorda nella forma il Potala di Lhasa. Da qui si vedono le rovine del Forte della Vittoria (XVI Secolo eretto per celebrare la vittoria sui kashmiri) e poco sotto il Namgyal Tsemo Gompa che ospita una statua di Buddha Maitreja (del futuro) alta 12 metri. Ai piedi del City Palace si dipana un labirinto di vie e vicoli con artigiani, forni, botteghe di sarti e lavandaie fanno da sfondo alla vostra passeggiata. Pernottamento in hotel.
Nella lingua locale Dunbra significa “giardino verde” e, curiosamente, questa valle è in una delle più inaccessibili, desertiche e remote regioni del Ladakh dove, per entrare, è richiesto un permesso rilasciato dalle autorità militari a Leh (tutta l’area è sotto controllo militare essendo confinante sia con il Pakistan che con la Cina). La strada asfaltata si immette in un paesaggio, chilometro dopo chilometro, sempre più roccioso e desertico, arrampicandosi per i pendii con un impressionante percorso a strapiombo sulla valle di Leh. Oltrepassate il primo check-point militare a South Pullu ed iniziate vedere yak che pascolano liberamente ai margini di piccoli laghetti glaciali. Siamo a 4.500 metri; l’oasi di Leh è ormai un punto verde in lontananza e davanti si staglia lo Stok Range, la maestosa catena montuosa Himalayana ….. continuate a salire: 5.000 metri e la strada si insinua dentro un ghiacchiao, 5.500 metri e la neve chiazza i bordi della strada; un ultimo tornante e vi trovate sul più alto passo carrabile esistente al mondo: il Khardung La, 5.603 metri di altitudine. Siete in cielo!!!! Qui la vista è impressionante: a Nord il Kararkorum con i suoi picchi oltre i 7.000 metri, a Nord-Ovest il Golden Trone (7.282 metri). Picchi innevati, ghiacciai, morene che precipitano nelle strette gole: il racconto della maestosità dell’Himalaya! Una baracca militare, un piccolo tempio dedicato a divinità induiste ed icone buddhiste, bandierine di preghiera: prendiamoci un attimo per realizzare, per piantare la nostra bandierina, per ringraziare. Qui la temperatura d’estate va da zero gradi ad un massimo di 10, a seconda delle condizioni meteo. Superato uno sperone roccioso a forma di arco soprannominato India Gate) arrivate a North Pullu e la strada scende percorrendo ampi tornanti nella Nubra Valley (aperta al turismo solo nel 2010). Stiamo percorrendo l’antica Via della Seta che collegava l’Asia Centrale con il Sud Asiatico. Incontriamo il fiume Shyok che si perde in mille rivoli tra dune sabbiose che caratterizzano il suo letto, l’altro fiume della Valle è il Nubra ed origina nel ghiacciaio Siache. I due fiumi si incontrano in un luogo chiamato Khalsar. Arrivate nel remoto villaggio di Hunder in un’oasi nell’impressionante deserto dunale “freddo”. Come astronauti toccherete questo “altrove” che non sembra far parte del nostro pianeta, galopperete tra le dune su cammelli e vi domanderete “sogno o son desto”? Hunder ospita un importante Gompa del XV Secolo dove troviamo un Buddha Maitreja di 6 metri, Avalokiteswhara ed il grande riformatore Tzonkapa, ma anche affreschi murari unici, sul muro dell’ingresso: dipinti in bianco e nero rappresentanti sepoluture in cielo, protettori dall’aspetto terrificante, immagini di Buddha Sakyamuni ma anche raffigurazioni di monasteri del Tibet, tra cui si riconosce il Tashilumpo di Shigatze. Sistemazione al campo di cottage (servizi privati). Cena e pernottamento.
Nota: nella giornata odierna o all’indomani vi proponiamo una gita su dromedari nel deserto a quota 5.000, il costo è irrisorio rispetto alla bellezza dell’esperienza (pagamento in loco, parliamo di 10,00 euro per persona o forse il doppio dato che mio ultimo viaggio era nell’Era ante-covid).
MISTY HILLS CABINS – HUNDER, NUBRA VALLEY
La giornata odierna è dedicata alla visita di Distik (3.145 mt), il capoluogo della Valle, dove si erge l’omonimo Monastero, uno dei più belli della valle. Il Gompa si erge sulle rovine dell’antico Palazzo Reale (prima dell’unificazione del Ladakh esistevano vari regni: Ladakh, Zanskar, Nubra, Chang Tang). Fondato da Changzem Tserab Zangpo, un discepolo di Tsong Khapa, fondatore dei Gelugpa (berretti gialli), nel 14° Secolo. Ospita un centianio di monaci dell’ordine dei “berretti gialli”. Il gonghang (Sala dei Prottettori) ospita una grande immagine di Mahakala in forma terrifica, divinità simbolo del potere. Troviamo anche un abiblioteca ed una sala dedicata a Tara, divinità femminile, che ospita statue dedicate alla dea decorate con oro e pietre preziose. Tara nasce da una lacrima del Buddha della compassione e viene raffigurata in due forme: Tara bianca, colei che dona la vita, e Tara verde madre di tutti i Buddha. Un’imponente statua di Buddha Maitreya (Jampa) alta 32 metri, posta sotto il monastero e rivolta verso la vallata, è un’altra attrattiva di Distik, costruita nel 2006 è stata consacrata dal Dalai Lama nel 2010. Dal tetto del monastero la vista è straordinaria: sinuosi serpenti d’acqua accarezzano le dune sabbiose nel letto del fiume Shayok ampio fino a 7 chilometri! Superati piccoli agglomerati rientrerete al villaggio di Surmur, situato alla confluenza dei fiumi Shayok e Nubra. Cena e pernottamento.
MISTY HILLS CABINS – HUNDER, NUBRA VALLEY
Dopo colazione ritorno a Leh. Arrivo a Leh intorno all’ora di pranzo. Pomeriggio libero (oppure dedicato in parte al proseguimento delle visite indicate al giorno dell’arrivo). Pernottamento.
Un’altra memorabile giornata tra i cieli del Ladakh. Visiterete tra i più bei monasteri ma anche le abitazioni locali nella Valle dell’Indo. Iniziamo con il Palazzo Reale di Shey (residenza estiva dei reali); Shey significa “specchio” in quanto, narra la leggenda, che il re incaricò gli abitanti del luogo di scavare un lago ove si potesse specchiare il suo palazzo, perché la sua bellezza fosse raddoppiata. Fondato nel XI Secolo ed ampliato nel XVI Secolo ospita una delle statue di Buddha Maitreya più grandi del Ladakh (voluta dal figlio del re Singe Namgyal), alta 12 metri ed interamente placcata in oro. Lungo le pareti della stanza che ospita la statua troviamo affreschi del 1650 rappresentanti Sakyamuni, protettori e maestri indiani dell’XI Secolo. Bella la vista che si gode sulla valle dal tetto del palazzo. Raggiungete quindi il più famoso monastero di tutto il Ladakh: il Monastero di Hemis. Avvicinandosi sull’altipiano verso la gola che si insinua nella montagna, troviamo lunghissimi muri di preghiera (man tang) con migliaia di pietre su cui è scolpito il mantra più famoso: “OM MANE PADME HUM” la cui interpretazione più completa è “saluto il gioiello seduto sul fiore di loto ed invoco la sua protezione per la mia anima e il mio corpo”. Il Gompa si trova a 3.800 metri di quota ed è anche chiamato il “luogo solitario del compassionevole”. Edificato nel XIII Secolo ancora oggi è visibile la grotta di meditazione del suo fondatore Gotsan Pa. Gli edifici attuali risalgono al XVII Secolo e furono fondati da un monaco di nome Tagtsan Grepa su invito del re del Ladakh Senge Namgyal. Dalla porta principale si apre l’immenso cortile delle danze Cham con i pali della vittoria che rappresentano la vittoria del buddhismo sulla religione Bon. La sala della preghiera comune (dunkhang) ospita la statua di Buddha Sakyamuni ed alcuni stupa ricoperti di oro, argento e pietre preziose. Nella “stanza d’onore” troviamo le statue dei maggiori guru drukpa. In stanza limitrofa si erge la statua di Padmasambawa alta quasi 10 metri vegliata giorno e notte da un monaco che canta mantra di preghiera in onore del grande maestro. La storia del monastero è indissolubilmente legata al suo popolare festival che si svolge ogni anno tra giugno e luglio.
Il prossimo Gompa è il Monastero di Matho, addossato alla catena dello Stok che, con i ghiacciai di oltre 6.100 metri, domina tutta la Valle dell’Indo. Risalente al XVI Secolo, è l’unico di tutto il Ladakh ad appartenere alla scuola Sakyapa, che si rifà direttamente agli insegnamenti di Buddha Sakyamuni e al monastero di Sakya in Tibet. I Lama reggenti dei monasteri, a differenza di tutte le altre scuole, si sposano ed i loro figli gli succedono a capo dei Gompa, quindi la successione è per discendenza diretta e non attraverso la reincarnazione. Matho è famoso per il festival che vi si svolge tra febbraio e marzo quando i monaci, rapiti da una tranche spirituale, corrono come impazziti e svolgono acrobazie gridando perofezie ai quattro venti. Nel Buddhismo Tibetano si riconoscono 4 Scuole:
1) La Scuola NINGMAPA che fa riferimento a Padmasambawa (VII Secolo d.C.) e alle sacre scritture e adotta pratiche tantriche.
2) La Scuola KARGYUPA che tramanda la conoscenza e la filosofia oralmente (XI Secolo), scuola dei “berretti rossi” legata al tantrismo.
3) La Scuola SAKYAPA che si riferisce ai monaci guerrieri del monastero Sakya in Tibet (XIII Sec): praticata nel Gompa di Matho appunto.
4) La Scuola GELUGPA fondata da Tzonkapa nel XIV Secolo ed identificata con la scuola dei “betterri gialli” che fa riferimento alle sacre scritture ed alla conoscenza approfondita dei testi sacri.
Segue visita del Palazzo Reale di Stok, ex residenza estiva dei reali risalente al XVIII Secolo. Il palazzo ha 80 stanze ed ospita un interessante mueo con oggetti della famiglia, costumi, gioielli ed una collezione di thanka del XVII Secolo. Le visite proseguono con il Monastero di Thiksey; è questo uno dei più grandi Gompa del Ladakh. Fu lo stesso Tzonkapa, il riformatore, a profetizzare che qui sarebbe sorto un importante monastero, e fu un suo discepolo a fondarlo nel XIV Secolo. Ospita oltre 100 monaci della scuola Gelupga (berretti gialli). Sul tetto del monastero si trova l’antica biblioteca, con un Buddha Maitreja e alcuni lama Gelupga e preziosi testi sacri. Bellissime le colonne di legno scolpite e statue del Buddha Sakyamuni all’interno del dunkhang, inoltre nella sala interna si possono ammirare affreschi rappresentanti immagini di sepoltura in cielo. Rientro a Lah. Pernottamento.
Dopo colazione partenza alla volta del Lago di Pangong (Pangong Tso) che dista 135 chilometri ad est di Leh attraverso il Passo Changla (quota 5.300 metri) attraversando i villaggi di Durbuk e di Tangtse, nell’incantevole Regione Changthang. Nella valle che porta al lago incontrate il Monastero di Chemrey, posto su una collina a quota 4.000 metri (in origine era un palazzo della famiglia reale poi trasferitasi a Leh). Fondato nel XVII Secolo è opera del Lama Tagtsan Grepa (il fondatore del monastero di Hemis). Il Lago Pangong (quota 4.250 metri) è uno dei più incredibili di tutta l’Asia, cambia colori 4, 5 volte al giorno, un caleidoscopio naturale di strabiliante bellezza! Si estende per 140 chilometri in lunghezza circondato da un anfiteatro naturale di montagne che superano quota 6.000 metri. La maggior parte della sua estensione si trova in territorio Tibetano. Pangong è un lago salato ed il piccolo villaggio di Spangmik si trova lungo le sue sponde. Pomeriggio dedicato alla scoperta di questo luogo magnifico; in serata visiterete un villaggio nomade nei pressi. Cena e pernottamento in campo tendato (servizi privati in tenda).
Mattina a disposizione per passeggiare sulle sponde di questo meraviglioso lago. Nel pomeriggio rientra a Leh. Pomeriggio a disposizione per godervi il bel centro cittadino con le sue botteghe. Cena e pernottamento.
Trasferimento in aeroporto e volo per Delhi: i voli sono tutti al mattino, il primo intorno alle 06:00 e l’ultimo verso le 12:00. Nella giornata odierna possiamo organizzare la visita di Delhi (non inclusa nelle quote). Cena e pernottamento in hotel nei pressi dell’aeroporto.